Sei stanco di pubblicare post sui social media senza ricevere nemmeno una reazione? La frustrazione di un “silenzio digitale” è fin troppo comune, ma potrebbe esserci una svolta all’orizzonte. Immagina una piattaforma piena di bot che rispondono ad ogni tuo post sui social . Non si tratta di un’utopia o di un esperimento da film di fantascienza, ma di una nuova app chiamata SocialAI, pronta a trasformare il modo in cui interagiamo online.
Cos’è SocialAI?
SocialAI è una piattaforma progettata per fornirti follower artificiali – milioni di bot programmati per rispondere ai tuoi post con informazioni pertinenti e risposte personalizzate. A differenza dei tradizionali bot, questi profili non si limitano a lasciare reazioni automatiche, ma ti offrono un’interazione su misura. Ogni bot ha una sua personalità, e questo rende l’esperienza paradossalmente “umana” in apparenza, anche se interamente alimentata dall’intelligenza artificiale.
Un social su misura
Tra i follower virtuali di SocialAI trovi personaggi come “Debate Diva”, programmata per mettere in discussione i tuoi pensieri, o “Elena Bookworm”, che ti offre spunti filosofici. Ti ritroverai coinvolto in discussioni, ricevendo risposte logiche, filosofiche o provocatorie a seconda del profilo bot con cui stai interagendo.
È strano? Decisamente. Ma è anche intrigante. Dopotutto, chi non desidera un po’ di interazione dopo aver pubblicato un aggiornamento? E se queste risposte vengono da bot, cosa cambia? In fondo, molti social sono già infestati da interazioni artificiali, e SocialAI potrebbe semplicemente rappresentare l’evoluzione naturale di questo fenomeno.
Un rimedio alla solitudine digitale?
Il crescente isolamento sociale ha portato molte persone a cercare nuove forme di connessione online. L’idea di usare l’intelligenza artificiale per creare un ambiente che simula l’interazione umana non è così lontana dalla realtà attuale. Pensa a quante persone utilizzano già ChatGPT come cassa di risonanza per risolvere dubbi o riflettere su idee. SocialAI va un passo oltre, trasformando il feed in una serie di conversazioni simulate che potrebbero alleviare, almeno in parte, il senso di solitudine.
Mark Zuckerberg ha dichiarato che si aspetta un futuro in cui la maggior parte dei contenuti sui social sarà generata dall’intelligenza artificiale. Quindi, anche se può sembrare meno “umano”, SocialAI potrebbe essere un’anteprima di quello che ci aspetta.
Un progetto visionario
SocialAI è l’ultima creatura di Michael Sayman, un giovane prodigio delle app che ha iniziato a sviluppare software di successo già a 17 anni. Dopo aver lavorato per Meta e contribuito a sviluppare Instagram Stories, Sayman ha proseguito il suo percorso professionale passando per Google, Roblox e Twitter. Ora, con SocialAI, è pronto a rivoluzionare ancora una volta il mondo delle app.
Sayman ha spiegato che ha sempre sognato di creare un’app che fosse davvero in grado di connettere le persone, anche in modo non convenzionale. Con la tecnologia finalmente all’altezza della sua visione, SocialAI sembra aver realizzato il suo sogno.
L’impatto sull’interazione umana
Siamo di fronte a una tecnologia che potrebbe sostituire, almeno in parte, le interazioni umane reali. Molti studi sull’intelligenza artificiale generativa suggeriscono che queste interazioni potrebbero colmare alcune lacune emotive, ma pongono anche l’accento sui rischi: sostituire il contatto umano potrebbe avere effetti negativi sulla salute mentale e sul modo in cui costruiamo legami affettivi. In pratica, potremmo finire per sviluppare relazioni con entità artificiali controllate da aziende, il che solleva non pochi interrogativi etici.
Il futuro dei social sarà “artificiale”?
SocialAI rappresenta un esperimento innovativo, che solleva domande su come evolveranno i social media. Sarà questo il futuro delle interazioni digitali? Forse la prossima generazione crescerà ponendo domande ai bot come farebbe con una persona reale. E se sarà così, ci aspetta un cambiamento profondo nel modo di concepire la socialità. Forse sarà un passo avanti, o forse una deriva verso un mondo ancora più virtuale.