L’insostenibile pesantezza dei “No GreenPass”

Da giorni leggo un copia/incolla – ahimè diventato virale- che sposa la tesi (per nulla scientifica) del «eh ma il vaccino non immunizza e anche i vaccinati possono infettare». Facendo l’esempio del matrimonio con il Green Pass.

Dunque, la scienza (non io, ma io mi fido della scienza e non dei copia/incolla né dei video su YouTube) dice che i vaccinati che vengono infettati hanno una carica virale ridotta, che riduce la quantità di virus emesso e, quindi, la capacità di contagiare.

Ora, se il problema sta nel fatto che un vaccinato possa contagiare un non-vaccinato (ma tamponato) durante un evento pubblico al quale ha avuto accesso con Green Pass, mi spiace dirvelo ma sono cazzi vostri.

Chi si è vaccinato ha fatto una scelta (sicuramente non a cuor leggero) per se stesso e per la comunità dove ha voglia di ritornare a vivere. Le possibilità per non finire in ospedale intubati, rischiando di morire, ve le hanno date. Non volete vaccinarvi? Mi dispiace. Sia perché potreste finire in quei letti di terapia intensiva, sia perché il vostro eventuale “soggiorno” in ospedale, che ha un costo di circa 2000€ al giorno, verrà pagato anche con i soldi delle tasse di chi si è vaccinato (quindi anche i miei).

Vedete, la libertà -come diceva Martin Luther King- finisce dove inizia quella degli altri.

Le scelte hanno delle conseguenze. Sempre. Liberi di non vaccinarvi ma basta offendere la memoria paragonando la Shoa al Greenpass, basta parlare di fantomatiche dittature che non esistono, (anche perché non avreste manco la possibilità di vomitare bile sui social se fossimo in dittatura) e di libertà violate.

Pagatevi il vostro bel tampone ogni 48h o fatevi un altro lockdown a impastare pane e pizze. E non rompete più le palle al prossimo che vuole tornare alla normalità al più presto possibile.