Cittadella è la nuova Avetrana

(pubblicato precedentemente su nottecriminale.it)

Prendete un caso che scuote le coscienze dell’opinione pubblica, conditelo con un po’di moralismo e populismo, spruzzate un po’ di indignazione qua e là, spettacolarizzate quanto basta, ed ecco che avrete la ricetta del successo per il vostro programma di approfondimento giornalistico.

Quello che sta accadendo in questi giorni nei contenitori televisivi della tv generalista, sa di già visto: un copione che si ripete, come un format televisivo dove cambiano i protagonisti e le storie ma la struttura è la stessa.

Parte tutto sempre da “Chi l’ha Visto?” che nonostante faccia un ottimo servizio pubblico, ogni tanto apre le danze agli sciacallaggi televisivi. Che sia l’annunciare ad una madre la morte della figlia in diretta piuttosto che mandare in onda un video dove un bambino viene prelevato a scuola in maniera discutibile dalla polizia, sta di fatto che il programma condotto dalla Sciarelli, suo malgrado, diventa un ottimo pasto del quale “non si butta via niente”. E così la giostra dei programmi del mattino, del pomeriggio e della sera, “intavola” ore e ore di dibattiti pro e contro “invitando a nozze” esperti e opinionisti tuttologi.

Questa volta, nel caso specifico di Leonardo, bambino di Cittadella, non c’è un omicidio, non c’è un assassino e nessuna arma del delitto, però è il caso di approfondire, perché è inaccettabile il trattamento riservato ad un bambino da parte della polizia che, ricordiamolo, rende comunque esecutivi gli ordini di un giudice, quindi bisogna cavalcare l’onda dell’indignazione e costruire ore ed ore di programmi televisivi che -dicono loro- tutelano la privacy del bambino oscurandone il volto ma, di fatto, gli negano il diritto all’oblìo a soli 11 anni: tralasciando il fatto che il video è ormai a disposizione di tutto il web e probabilmente lo sarà per sempre e che mettendo il sottopancia con il nome e il cognome del padre non sarà di certo difficile venire a sapere di quale Leonardo si stia parlando.

Rai e Mediaset  si spartiscono le ospitate dei genitori: la prima ospita il padre la seconda la madre (con la zia) e la scritta “Esclusivo” che capeggia sempre in alto a destra dello schermo. Una Rai che la domenica pomeriggio annuncia per bocca di Massimo Giletti che quel video ha deciso di non trasmetterlo più e che, però, appena un’ora dopo lo ritrasmette nello stesso programma nel segmento condotto dalla Cuccarini.

Dall’altro lato Mediaset che agisce solo “per il bene del bambino” e che manda Alessandra Mussolini -non si capisce bene se come inviata o come Presidente Commissione Parlamentare per l’infanzia- nella casa famiglia dove è tenuto il bambino, con telecamere al seguito.

Ma è “il collegamento da Cittadella” che ci fa capire che ne avremo ancora per molto: inviati piombati lì, davanti casa del bambino in attesa di una qualche dichiarazione della mamma o della zia mentre escono di casa, una sorta di déjà vu che ci ricorda tanto la villetta dell’orrore di Avetrana.

E poi tutti lì a giustificarsi ipocritamente : “Se non avessimo mandato in onda il video non se ne sarebbe mai parlato” , “E’ servito a scuotere l’opinione pubblica su certi argomenti di cui non si parla mai”. Come se il problema dei figli contesi tra genitori separati sia un problema nato l’altro ieri.

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