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No, chiudere Rai Movie non vuol dire tornare al “ventennio”. Fatevene una ragione

La “protesa social” ad opera del webbe indinniatoh, in questi giorni ha avuto come protagonista la chiusura dei canali del DDT Rai Premium e Rai Movie.

In realtà, non è una vera e propria chiusura. L’offerta verrà inglobata rispettivamente sul nuovo Rai 6, dedicato principalmente ad un pubblico femminile e su Rai 4 dedicata ad un pubblico maschile.

Questa decisione ha scatenato il diffondersi di una marea di minchiate sul web davvero imbarazzanti. Ho letto di “ritorno al medioevo” perché si divide il pubblico in uomini e donne. Non solo: gli indignati di professione che sul canale 24 ci saranno finiti si e no 3 volte per sbaglio il sabato notte scanalando con il telecomando in attesa che arrivasse Morfeo, ci fanno sapere che questa è una precisa operazione di “ritorno al ventennio”, qualcun altro addirittura scrive che solo in Italia e con il Governo del Cambiamento giallo verde poteva arrivare questa distinzione sui canali tv per uomini e donne e si chiede come saranno fatti i canali tv declinati “al femminile”.

Ora, si può discutere sulla chiusura di un canale tv dedicato al cinema quando e quanto vogliamo ma non con queste motivazioni però.

Perché altrimenti vuol dire che o si è in malafede e bastian contrari ad ogni costo (e allora non ha senso aprire un dibattito) o si è ignoranti e quindi sarebbe il caso opportuno di informarsi o di osservare un decoroso silenzio.

Non occorre essere esperti di marketing per capire che nel magico mondo della pubblicità siamo tutti profilati in uomini, donne, bambini e relative fasce d’età e d’istruzione. Non è nemmeno un segreto -e qui per molti sarà una rivelazione- che la maggior parte dei palinsesti dei canali tv (soprattutto satellitari e digitale terrestre) è pensata proprio in funzione della tipologia di pubblico. Ottimizzare l’offerta televisiva in funzione della raccolta pubblicitaria non vuol dire per forza di cosa “censura”. Non discuto la delusione per la chiusura di un canale tv a cui si è affezionati anche se per quanto mi riguarda nell’epoca della tv On Demand ha davvero poco senso tutto ‘sto casino.

A quelli che si scandalizzano per la nascita di un canale Rai declinato al femminile, infine, svelo un segreto: Real Time, La 5, La7d e tanti altri sono canali dedicati ad un pubblico femminile. Allo stesso modo 20 Mediaset, Alpha, DMax ecc… dedicati al pubblico maschile. Poi vogliamo parlare Rai Gulp, freesbe, Boing, Rai YoYo, Cartoonito ecc..? Incredibile! Sono canali dedicati ai bambini!

E che dire dei social? Meglio niente altrimenti potreste davvero chiudervi in casa, spegnere la tv, la radio, internet e lì si, ritornare al medioevo.

Rai Movie chiude: la precisazione della Rai

Con un comunicato stampa, la Rai risponde alle polemiche degli ultimi giorni sulla chiusura del canale dell’offerta Rai dedicato al cinema:

Ridisegnare l’offerta cinematografica, aumentare gli investimenti e comunicare il prodotto con nuovi brand, a cominciare dalla nascita di un nuovo canale. Sono questi alcuni degli obiettivi del Piano industriale Rai.
Per quanto concerne il contenuto cinematografico si è ritenuto, in linea con una visione più strategica della divisione per canali, di procedere ad una migliore razionalizzazione e valorizzazione dell’offerta elaborata in base alla composizione del pubblico.

Per tale motivo, a fronte di una proposta attuale che prevede un solo canale di cinema (Rai Movie), il Piano disegna un’offerta cinematografica ancora più presente su più canali. Ciò consentirà, peraltro, di andare maggiormente incontro alle esigenze del pubblico offrendo meno repliche e una più ricca e varia programmazione di cinema, serie tv e contenuti originali. Quanto al nuovo canale (che nascerà non dalla chiusura ma dalla fusione di Rai Premium e Rai Movie)  e a Rai 4, nel Piano Industriale sono stati costruiti tenendo conto della profilazione riguardante generi e fasce di età: l’individuazione di due canali, uno più orientato al pubblico femminile e uno a quello maschile, deriva dalla necessità di costruire un prodotto che sia appetibile per una platea sempre più ampia.

Nel caso specifico, i nuovi canali puntano, pertanto, ad avere una programmazione di maggior appealing in base a tutte le profilazioni emergenti dalle rilevazioni di ascolto esistenti universalmente nel mondo dei media che segnalano una differenza di gradimento di prodotti televisivi basata su fasce di età e generi. L’immagine di prodotti appartenenti a una discriminazione di genere basata su modelli relativi a decenni passati appartiene ad una narrazione fuori dal tempo, dalla logica, dall’interesse dell’attuale management e completamente priva di ogni fondamento e, in ogni caso, non appartiene in alcun modo a questo Piano Industriale.

In aggiunta, il contenuto cinematografico sarà determinante nell’offerta di Rai Play, considerata centrale nel nuovo assetto. Il Piano, pertanto, garantisce la stessa proposta e un’attenzione confermata al contenuto cinematografico.

E’ corretto parlare di un aumento dell’offerta cinematografica, che riguarderà l’aggiornamento della programmazione di Rai4 e Rai5, senza alcuna chiusura o taglio. La Rai investe su un progetto complessivo di rilancio che si rispecchia anche nella decisione strategica di istituire due nuovi canali: uno in lingua inglese e uno dedicato alle istituzioni, realizzando quanto previsto dal Contratto di servizio

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